Dichiara il Segretario Generale della UIL Piemonte, Gianni Cortese: “A conferma che i pensionati e i lavoratori dipendenti rappresentano una sorta di bancomat per i governi, a tutti i livelli, arriva la proposta di aumento dell’addizionale regionale per il Piemonte, relativa agli anni 2026-2028. Mentre i dati di questi giorni confermano che la ricchezza nazionale è posseduta per quasi il 50% dal 5% più fortunato della popolazione, invece di pensare ad un utilizzo della leva fiscale in chiave redistributiva e progressiva, come sancito dalla nostra Costituzione, si continua a picchiare duro su coloro che pagano le tasse alla fonte fino all’ultimo centesimo, attraverso il sostituto d’imposta, a differenza di altri, che godendo di tasse piatte al 15% (flat tax), pagano di meno e, se va bene, successivamente. Le promesse di riduzione future dell’addizionale valgono molto poco, come dimostrato, ad esempio, dalla storia delle accise sui carburanti, nate per avere durata temporanea e sopravvissute a tutti i governi. A esasperare ulteriormente gli animi contribuisce la riduzione costante delle prestazioni a favore dei cittadini e i ritardi insopportabili per accedere alle stesse. Sarebbe bene che la Giunta del Piemonte avviasse una riflessione e un confronto con il sindacato, per verificare la possibilità di alleviare gli effetti della proposta di aumento dell’addizionale, nell’interesse della coesione sociale”.