15 marzo 2020
I sindacati hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al Ministro della salute, Roberto Speranza, al Commissario Straordinario Emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri per rappresentare alcune rilevanti difficoltà esistenti nell'ambito delle attivita' svolte dalle strutture sanitarie e sociosanitarie per fronteggiare l'emergenza pandemica che sta attraversando il nostro paese. DI SEGUITO LA LETTERA Gentilissimi, In queste ore drammatiche in cui si moltiplicano le attestazioni di solidarietà delle cittadine e dei cittadini nei confronti del personale sanitario, facciamo i conti con alcuni provvedimenti sbagliati e con alcune inefficienze organizzative insopportabili e molto pericolose per la salute pubblica. E' di queste ore la distribuzione in diverse regioni, da parte delle aziende sanitarie, di mascherine in tessuto sintetico che non possiedono i requisiti necessari per garantire l'adeguata protezione a chi opera nelle strutture direttamente dedicate alla cura del Covid-19. Questo fatto, sommato alla oramai cronica scarsità dei dispositivi che porta le aziende a veri e propri razionamenti degli stessi, ove presenti, oltre a mettere a repentaglio la salute degli operatori e delle persone che - in ambito lavorativo e privato - entrano in contatto con loro, sta generando un diffuso e fortissimo malumore in un personale che, come ben sapete, è sottoposto ad un carico materiale ed emotivo senza precedenti nella storia repubblicana. A ciò si aggiunga lo sconcerto e la rabbia generata nei professionisti a seguito dell'inserimento all'interno del DECRETO-LEGGE 9 marzo 2020, n. 14. dell'art.7 che dispone che i sanitari esposti a pazienti COVID-19 non siano più posti in quarantena, prevedendone la sospensione dal lavoro solo in caso di sintomaticità manifesta o di positività acclarata. Il fatto di prevedere che questi lavoratori, pur se sottoposti a sorveglianza sanitaria, continuino a lavorare anche se potenzialmente infetti, correndo così il rischio di svolgere una involontaria funzione di diffusori del contagio dentro le strutture e dentro il proprio nucleo familiare, è cosa che reputiamo profondamente sbagliata e che va quanto prima corretta, perché rischia di alimentare la diffusione del virus e di deprivare a breve termine il contingente di personale. Le scriventi OO.SS. pertanto, pur riconoscendosi pienamente nel percorso di confronto che le Confederazioni stanno portando avanti con il Governo e nella consapevolezza del complesso delle difficoltà che le Istituzioni stanno affrontando, sono con la presente a richiedere con forza: L'emergenzialità impone tempestività e coerenza negli interventi, siamo certi che risponderete all'aspettativa di milioni di lavoratori che si stanno caratterizzando per un alto senso del servizio pubblico a favore della collettività. CGIL Confederazione Generale Italiana del Lavoro , CISL Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori , UIL
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